Meglio la vecchia sinistra rispetto alla nuova

Meglio la vecchia sinistra rispetto alla nuova

Conoscendo l’attività e il pensiero di Giovanni Sallusti si resta inizialmente basiti! Il titolo dell’opera è molto forte : “Mi mancano i vecchi comunisti”, a cui segue, nel sottotitolo, “Confessione inaudita di un Libertario”, fa pensare ad un grande abbaglio, un abbaglio che riguardi personalmente il solo Giovanni Sallusti. Ma viene subito un dubbio. Perché le vetrine “Feltrinelli” non sono tappezzate da montagne di copie? Lo si capisce da due indizi. Il primo, la prefazione di Giuliano Ferrara, giornalista e scrittore con un passato di vetero comunista che ha nel DNA dinastico della sua famiglia anche elementi liberali che ne hanno completato la raffinatezza intellettuale. E questo di solito spaventa lo statalista ignorante e puro. Il secondo elemento, che toglie il dubbio e vi costringerà a cercare il libro nelle librerie di periferia, è la casa editrice Liberi Libri. Le cui pubblicazioni sono bandite o passate al setaccio del conformismo. Ogni dubbio iniziale è quindi tolto.
Dimostrare questa tesi, ossia che i vecchi com7nieti mancano non solo all’Autore, ma qnche al dibattito politico della cosiddetta Terza Repubblica, è stato sicuramente un lavoro improbo. Ed, effettivamente, solo un libertario poteva provarci. Essendo banalmente vero che un comunista che critica il fascismo e viceversa un fascista che critica il comunismo sono come due persone che parlano allo specchio, come due inquilini di una bivilla che criticano la bruttezza della casa dell’altro, quando l’unica differenza è che una sta a destra e l’altra a sinistra e se ti giri si invertono la destra e la sinistra.
L’idea di quest’opera pensiamo abbia avuto inizio con la necessaria constatazione delle assurdità propugnate per cambiare la società da parte dei movimenti ecologisti e wokisti, fatto da persone che, con tantissimo tempo libero a disposizione, si sono propagati per partenogenesi in tutto l’ occidente. Non crediamo che questi movimenti non coinvolgeranno i paesi del Africa, del Medio Oriente o i paesi comunisti e/o ex tali.
E nemmeno crediamo i loro Leader saranno ricevuti dai capi di stato per una consulenza sulle prossime attività meteo.
Sallusti definisce questa follia “oicofobia” ovvero odio di sé. Una volontà irrazionale di distruggere l’esistente, ovvero tutto ciò che rappresenta l’occidente. Financo la biologia dell’essere umano.
Ed è qui che per Sallusti evidenzia una differenza fra la sinistra comunista, quella per meglio comprendere, fino all’arrivo di Berlinguer, con una giovane sinistra, quella che fatica anche con geo-storia, per intenderci quella che grida “dal fiume al mare”. Appunto, wokista.
Le analisi storica, filosofica ed economica sono impietose.
Da una parte il vecchio comunista che riesce ad accettare e valutare positivamente i formidabili progressi della rivoluzione industriale in Occidente, l’unicità del progresso financo ammettendo i meriti della borghesia come fase necessaria della storia, ma comunque da superare, a cui vuole sostituirsi ritenendosi migliore. Dall’altra il movimento wokista, ecologista, “gretino”, incapace di realizzare alcunché se non manifestare in modo ossessivo-compulsivo idee irrazionali e sovvenzionate.
Incapaci, in questo confuso arrabattarsi, di qualsiasi ragionamento e argomentazione, con ideali così confusi che nemmeno il movimento nichilista russo poteva vantare.
Sallusti dimostra spietatamente la sua tesi. Cita precisamente tutte le fonti e gli autori. Marx , Engels, Gramsci , Gyorgy Lukaks e non da ultimo il realismo di Togliatti al ritorno da 20 anni trascorsi in Russia nell’accettare, anche furbescamente, che la soppressione violenta della borghesia produttiva avrebbe portato al disastro economico. read more