Come declina un paese

Come declina un paese

“A scuola di declino. La mentalità anticapitalista nei manuali scolastici”, scritto a sei mani da Andrea Atzeni, Luigi Marco Bassani, Carlo Lottieri ed edito da Liberilibri nel 2024, è un pamphlet che documenta e analizza i contenuti di alcuni manuali scolastici utilizzati in diversi istituti italiani, portando alla luce quello che sembra essere un denominatore comune: temi economici, storici e  sociali vengono trattati mettendo sempre sotto accusa e cattiva luce le varie rivoluzioni industriali e i sistemi di libertà economiche e politiche che le hanno accompagnate e succedute. read more

L’attacco ad Israele, responsabili e complici

L’attacco ad Israele, responsabili e complici

Lunedì 21 Ottobre, in occasione della duecentottantaseiesima serata di Lodi Liberale,  è stato presentato il libro “Ottobre Nero”, alla presenza dell’autore  Stefano Piazza, giornalista e saggista ticinese, esperto di fondamentalismo islamico, che collabora con il gruppo editoriale Panorama/La Verità, Stefano Magni, giornalista di “Informazione Corretta” e “La Nuova Bussola Quotidiana”,  l’avvocato Cristina Franco, Presidente dell’Associazione Italia-Israele di Savona e Stefano Parisi, Presidente dall’ “Associazione  7 Ottobre”, collegato da remoto. read more

Diario di un’esperienza politica

Diario di un’esperienza politica

“Dentro il palazzo”, scritto da Carlo Cottarelli ed edito da Mondadori nel 2024 è un libro che ha come obiettivo quello di portare un resoconto dell’attività politica del suo autore. Le vicende raccontate sono sostanzialmente due, come due sono le parti in cui il libro è diviso, abbiamo un lato A e un lato B. read more

Oltre il piano economico, per una coscienza dell’umano

Oltre il piano economico, per una coscienza dell’umano

Lunedì due settembre, in occasione delle serate dedicate ai classici del pensiero liberale e libertario, abbiamo presentato “Al di là dell’offerta e della domanda”, di Wilhelm Röpke, prima pubblicazione del 1958, edito da Rubbettino nel 2015. Erano con noi Flavio Felice, professore di Storia delle dottrine politiche presso l’Università degli Studi del Molise, Silvia Bruzzi, professore di Economia e Gestione delle imprese presso l’Università di Genova, Alessandro Guzzini, Presidente Ucid Macerata e Carlo Marsonet, Assegnista di ricerca presso l’Università di Torino. Wilhelm Röpke ha vissuto in un periodo durissimo della storia tedesca, quello contraddistinto dall’ascesa del nazionalismo, della politica di espansione, dalla volontà di potenza dell’aristocrazia prussiana e del Kaiser, dalla tragedia della Prima Guerra Mondiale, dalla crisi della Repubblica di Weimar, dalle tensioni sociali e finanziarie fino all’ascesa del nazismo. In questo periodo lacerante, Röpke fu tra coloro che seppero mantenere una rotta ben ferma, improntata ai valori della liberaldemocrazia e dello stato di diritto. Nel suo caso, in particolare, a questi egli affiancò anche una fede cristiana incrollabile, che egli rese parte integrante delle sue riflessioni intorno alla libertà ed ad un futuro che sapesse travalicare l’età dei totalitarismi. Röpke, pertanto, si configura, lungo tutto il corso della sua esistenza, un’esistenza che si apre all’alba del ventesimo secolo per concludersi appena oltre la sua metà, come una figura capace di tentare di coniugare le istanze liberali (libero mercato, democrazia retta dalle regole dell’alternanza, frammentazione del potere e della sua gestione, un sistema di regole e norme condivise cui tutti erano chiamati ad osservare, ma che avrebbe dovuto impedire la nuova ascesa di una rinnovata dittatura politica) ai valori cristiani ed all’attenzione per una dimensione che non si limiti al semplice “economicismo”, ma sappia tener conto degli aspetti morali e spirituali quali fermento ineludibile dell’umano. Proprio alla luce di queste direttrici, è possibile leggere in filigrana quello che è stato l’orientamento dell’ultima parte della riflessione dell’Autore, orientamento particolarmente evidente nell’opera presentata, che fin dal titolo si pone “Al di là della domanda e dell’offerta”, e cioè in un contesto che, pur non sconfessando l’economia libera (anzi, ritenendola la necessaria cornice entro la quale sviluppare le prerogative esistenziali), reputa indispensabile concepire anche un suo travalicamento, in direzione di un’ <<economia dell’umano>>, come recita il significativo sottotitolo. Il Röpke di quest’opera, uscita nel 1958, è un pensatore che ha visto gli orrori di due Guerre mondiali, l’affermarsi di socialismo emergente nelle classi intellettuali, comunismo bolscevico, fascismo, nazismo, nazionalismi esasperati, protezionismi, blocchi commerciali, razzismo, colonialismo, guerra fredda e minaccia nucleare incombente, ma che, soprattutto, si è reso conto di una progressiva crisi delle coscienze. E’ qui dove egli cerca di richiamare l’attenzione del lettore, verso l’ascesa del pericolo effettivo di una dittatura non solo politica, ma anche interiore, ben più gravida di possibili conseguenze negative per l’intera civiltà. Röpke guarda, per esempio, al fascino sempre più pervasivo delle soluzioni collettiviste e vi vede, oltre che un gravissimo problema, anche il sintomo di un orientamento generalizzato, sempre più ampio. Allo stesso modo, nel secondo capitolo, l’Autore si dedica ad un’analisi estremamente interessante ed acuta della moderna società di massa, con le derive di omogeneizzazione e di spersonalizzazione che era possibile vedere ai suoi tempi e che, ai nostri, sono pratica comune nemmeno più tematizzata (da leggere e meditare, in particolare, la sezione dedicata alla noia nella società di massa). Quando, di seguito, Röpke mette la sua lente di ingrandimento sul mercato, su questo straordinario prodotto umano, ne definisce i presupposti, ma anche i limiti, circoscrivendo un fenomeno che per sussistere ha la necessità di particolari condizioni anche ideali oltre che politiche e giuridiche. Con notevole preveggenza, poi, vengono messi in rilievo i pericoli cui uno Stato assistenziale può portare. Siamo oggi abituati ad accettare acriticamente ogni ipotesi di allargamento del Welfare State, non ponendoci nemmeno più il problema dei suoi ambiti, delle sue competenze, delle sue conseguenze, delle problematiche a medio e lungo termine. In questa prospettiva, acquistano estremo interesse le considerazioni sviluppate dall’Autore sull’inflazione, anche in questo caso accettata acriticamente, ma che meriterebbe di essere studiata nei suoi presupposti di filosofia sociale e nelle possibilità effettive di bilanciamento dei conti pubblici. La parte finale del libro è dedicata ad un aspetto che uno dei padri della democrazia tedesca post-bellica non poteva che avere a cuore, ossia il rapporto dell’individuo con il potere. La tendenza generale, e, verrebbe da dire, il desiderio comune, sembra coincidere verso forme sempre più accentrate di centralizzazione, tanto più inquietanti tanto meno le esperienze dei conflitti sembrano aver insegnato ai popoli che ne hanno patito le conseguenze. Sembra, per usare il titolo del bel paragrafo che chiude l’opera, “un conto fatto senza l’uomo”, ed è proprio qui dove il liberale Röpke sveste i panni dell’economista ed dello scienziato sociale per assumere le vesti dell’osservatore del mondo e della società, del suo degrado e del suo declino, verso una china che porta, se imboccata, ad un abisso. “[…] i valori decisivi sono al di là della domanda e dell’offerta; e da questi valori dipendono il senso , la dignità e la vera ricchezza della vita” : questo uno dei grandi messaggi che Röpke ha consegnato ad un’umanità sempre, drammaticamente, in pericolo nelle sue componenti più fondamentali. read more

Una visione del conflitto israelo-palestinese dal di dentro

Una visione del conflitto israelo-palestinese dal di dentro

Lunedi 22 luglio, è stato presentato il libro “7 ottobre. Israele brucia” alla presenza dell’autrice, Fiamma Nirenstein, (nota giornalista italiana e israeliana, che collabora con quotidiani, radio e tv, già docente per diversi anni di Storia di Israele e del Medio Oriente all’Università Luiss di Roma e membro del think-tank israeliano Jerusalem Center for Public Affair, parlamentare italiana dal 2008-2013), della giornalista Ludovica Iacovacci e del professor Giorgio Sacerdoti, giurista.
Il libro è un intenso grido di dolore, di indignazione e scandalo per quanto accaduto il 7 ottobre 2023 con il massacro compiuto da Hamas. Vi si raccolgono nella prima parte gli articoli che nei mesi precedenti l’eccidio erano un invito a prendere coscienza di quanto stava per accadere.
Vi si legge dell’antisemitismo montante nella classe dirigente del mondo occidentale, negli immigrati islamici, nel mondo della sinistra “dem” americana e europea, ma soprattutto dell’Onu, che con disinvoltura passa da difensore del “diritto umanitario” a supporter, se non complice, dei peggiori satrapi del mondo.
Come una novella Cassandra, Fiamma Nirenstein ha gridato più e più volte i suoi timori, spiegandone le ragioni, i campanelli d’allarme, invitando tutti noi a prenderne coscienza. Ovviamente inutilmente. E il 7 ottobre del 2023 la tragedia è puntualmente avvenuta! Milletrecento civili, donne, vecchi, ragazzi e bambini massacrati, stuprati, brutalizzati e vilipesi, quattromila feriti e quasi trecento rapiti.
Come se il mondo fosse tornato alla seconda metà degli anni trenta, il pogrom, che si pensava impossibile dopo la seconda guerra mondiale, si è ripresentato; in una nuova forma più spietata di allora, dove i mostri di Hamas si sono filmati, senza alcuna vergogna di quello che stavano facendo, gioendo e condividendo le immagini e i filmati del loro abominio, sui social network, con parenti e amici.
Dopo un iniziale sdegno ed una doverosa condanna da parte del mondo quasi intero, Abu Mazen dell’Anp non ne ha mai preso le distanze, Guterres, segretario Onu, solo in maniera pelosa. Fiamma Nirenstein racconta di come il mondo intero si è preparato, giorno per giorno a mettere in dubbio, fin da subito, la possibile risposta Israeliana che si è poi trasformata in una feroce critica al governo di Israele, soprattutto nella persona di Netanyahu, prendendo per oro colato quanto comunicavano i mostri di Hamas, nonostante le evidenze dicessero il contrario, a proposito di ogni tentativo di risposta israeliana per recuperare gli ostaggi e fermare l’organizzazione terroristica che, di fatto, sembra rappresentare la Palestina.
Fiamma Nirenstein continua dipingendo un drammatico quadro dei paesi occidentali. Descrive la diffusione dell’antisemitismo nelle università, nelle minoranze islamiche, sempre meno minoranze, nel mondo della sinistra ex comunista, del mondo LGBTQIA+. Rappresenta i dirigenti del mondo occidentale come degli ignavi colpevoli di non voler vedere il baratro in cui la nostra civiltà, libera, democratica sta pericolosamente sprofondando.
Il suo è un appello a tutti noi a fare attenzione, perché ogni volta che l’antisemitismo riprende a bruciare dalle sue ceneri, il mondo intero rischia di sprofondare nuovamente nell’abisso. Invita quindi a ricordare che gli ebrei rappresentano ciò che era il canarino per i minatori: quando il canarino, portato in miniera, moriva, tutto rischiava di esplodere! read more