Per la libera coltivazione del dubbio

Il 25 giugno 2024 Lodi Liberale ha presentato il libro “La grande bugia verde”, di Nicola Porro, ospitando Roberto Graziano (Ricercatore di Geologia stratigrafica e sedimentologica all’Università di Napoli “Federico II”) e Arturo Raspini (Ricercatore all’Istituto di Scienze Marine del CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche).
Nicola Porro è giornalista, saggista, vicedirettore de il Giornale,  conduttore di programmi televisivi di approfondimento giornalistico.
Il sottotitolo è chiaro: “scienziati smontano, con dati reali, i dogmi dell’allarmismo climatico”.
L’incipit del libro: “Usate questo libro per farvi delle domande; accendere il cervello, esercitare spirito critico. È ciò che stampa, politici, burocrati, amici al bar, hanno da tempo smesso di fare sulle questioni che riguardano il clima”. Cervelli in “stand by”: quella lucetta rossa che i climatisti vorrebbero spenta del tutto, in omaggio al talebano “risparmio di Watt”.
Con la complicità della pigrizia giornalistica (che privilegia il sensazionalismo) e della politica del gregge: oramai qualsiasi tipo di catastrofe è colpa dei cambiamenti climatici: una delle grandi “bufale” del terzo millennio.  A metà del 2024 tutti i principali giornali hanno raccontato in prima pagina dell’aumento del costo del caffè. La causa? Il riscaldamento climatico, ovviamente.
Beppe Sala ha impunemente sostenuto che la causa di un aumento delle buche per strada nella sua Milano, fosse il riscaldamento climatico.
Non c’è campo della nostra vita che non sia contagiato dalle “certezze” green. Si dovrebbe evitare di seguire il “sentito dire”, ma dubitare delle affermazioni catastrofiste di: Nazioni Unite, UE, Stati Uniti, e persino del Papa (?), come se fossero inattaccabili fonti di certezza scientifica. Il libro denuncia la “bufala” del 97% della comunità scientifica d’accordo che l’uomo abbia un impatto catastrofico sul clima … In realtà s’è trattato dell’invio di poco più di 10.000 e-mail a vari scienziati, a cui hanno risposto in poco più di 3.000; tra quelli fu scelto un campione di 79, di cui 76 (97,2%) hanno risposto “sì” a una domanda di disarmante genericità.  (ndr: secondo l’Università di Palermo ci sarebbero circa 185.000 scienziati e circa 8 milioni di ricercatori universitari nel mondo). Dal punto di vista scientifico, il “consenso” vale meno di nulla. Novità scientifiche si sono affermate contro  il consenso dell’epoca. “E pur si muove” …
Il libro chiede: Siamo certi che il riscaldamento climatico derivi dalla CO2 ? Siamo certi che l’aumento della concentrazione di CO2 sia davvero deleterio? Porsi domande è da “negazionista” ?. Inquinamento e cambiamento climatico sono sempre sovrapposti strumentalmente. Scrive Porro: Mai accettare dogmi, ma confrontarsi su dati e interpretazioni degli stessi. Il “metodo” adottato dalla prima all’ultima pagina è rigorosamente “scientifico”:  la scienza come struttura che procede per dubbi evitando i dogmi.
Nel 2010 fu incredibile lo svarione del rapporto dell’IPCC:  “entro il 2035 scompariranno tutti i ghiacci dell’Himalaya” …
A chi dare retta? Ci sono tanti libri sul clima; cos’ha questo di diverso dagli altri ? Ogni capitolo è stato scritto da uno scienziato / ricercatore di alto profilo.
«È vero che gli uragani, le inondazioni, gli incendi, stanno aumentando ?», «I ghiacci si stanno sciogliendo ?», «Le città costiere saranno cancellate dalle cartine ?».
Facciamoci domande:
I modelli climatici calcolano variabili fondamentali ?.
Qual è il ruolo della variabile umana sul clima?
Il numero di disastri naturali globali è in aumento?
Uragani, alluvioni, incendi: stanno crescendo?
I ghiacci si stanno sciogliendo?
Variazioni del livello marino: scompariranno le città costiere?
Le politiche green sono davvero green?
Quanto c’è di “non rinnovabile” nell’impiego delle tecnologie “verdi”?
Transizione energetica o transazioni finanziarie?
Sono domande lecite, o “negazioniste” ?

Il libro elenca scienziati (né negazionisti, né terrapiattisti) che rispondono alle domande, nella speranza che si possa parlare al di fuori dell’assurdo e allucinato linguaggio dell’allarmismo, per rientrare in quello ben più pacato e utile del normale dibattito scientifico.
Le risposte sono a disposizione del lettore.

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