La campana della guerra suona anche per Noi

Il libro “Il posto della guerra e il costo della democrazia” di Vittorio Emanuele Parsi, che è stato presentato lunedì 8 maggio nell’ambito di una serata dedicatagli da Lodi Liberale, nasce per fare chiarezza su ciò che rappresenta l’invasione, da parte della Russia, dell’Ucraina e sull’importanza di sostenere, anche militarmente, quest’ultima. Secondo l’autore, infatti, l’invasione, che ha interrotto quasi ottant’anni di pace nel nostro continente, non riguarda solo l’Ucraina invasa, bensì tutti noi.

L’Europa per molti secoli, fino al termine della Seconda Guerra Mondiale è sempre stata “il posto della guerra”. Tutti noi, in quanto cittadini europei, più di ogni altra persona abbiamo tratto le conseguenze dei due conflitti mondiali e proprio in Europa è iniziato quel processo di costruzione di “un mondo nuovo” che avesse come fine ultimo quello di riuscire a istituzionalizzare il mantenimento della pace. Così, in totale opposizione a quelli che sono sempre stati i principi del “Vecchio Occidente”, a partire dall’Europa è stato creato un nuovo ordine internazionale “liberale”, fondato su democrazia, economia di mercato, società aperte e rifiuto della guerra di aggressione come mezzo per modificare i confini e annettere territori altrui.
L’invasione di Putin, dunque, non costituisce solo un deplorevole attacco all’Ucraina e alle sue istituzioni, bensì un attacco alle istituzioni dell’intero ordine internazionale e ai suoi principi, quelli che hanno garantito al nostro continente un periodo di pace senza precedenti.

Parallelamente alla guerra in Ucraina, ci sono altre due situazioni in cui l’equilibrio del sistema internazionale è costantemente minacciato: la tensione tra Stati Uniti e Repubblica Popolare Cinese nello stretto di Taiwan e la contrapposizione in Medio Oriente tra Iran e alleanza tra Israele e monarchie del Golfo. Di fronte a queste tre potenziali crisi, l’importanza di non cedere in Ucraina, e di conseguenza di non far prevalere i principi autarchici su quelli democratici, è fondamentale, poiché un eventuale esito negativo in quest’area geografica, potrebbe produrre effetti a cascata nelle altre due, e generare risultati destabilizzanti e imponderabili.

A detta dell’autore, inoltre, ciò che lo ha spinto a scrivere il libro è stato un moto di indignazione e di necessità di fare chiarezza a fronte di tutte le menzogne propinate nel dibatto pubblico italiano da sedicenti opinionisti ed esperti di politica internazionale, a cominciare dalla scusa dell’allargamento della NATO a est, da molti considerata come la vera causa scatenante che ha portato Putin a invadere l’Ucraina, poiché considerata una minaccia per la Russia. Quello che questi volti dell’informazione italiana non considerano è il fatto che non c’è stato nessun tentativo di allargamento forzato dell’Alleanza atlantica, ma semplicemente la volontà da parte di certi Paesi di allontanarsi dalla sfera di influenza russa, facendo domanda di adesione, proprio perché consapevoli di ciò che vuol dire vivere sotto il giogo di Putin, lontani dagli ideali democratici.

Oltre alla scusa dell’allargamento della NATO, Parsi risponde prontamente anche a una serie di altre falsità ricorrenti nel dibattito pubblico (come l’inefficacia delle sanzioni o l’ipocrisia dell’Occidente poiché “Putin si sta comportando come noi abbiamo sempre fatto”), dette da “esperti” che in realtà, come dimostrano i fatti, fin dall’inizio del conflitto non hanno mai avuto chiaro il quadro della situazione e infatti non hanno mai fatto una previsione corretta. Il chiaro riferimento è rivolto a tutti gli esperti di “né con Putin né con la NATO” , gli stessi esperti che qualche mese fa sostenevano che era inutile mandare armi perché la guerra si sarebbe conclusa velocemente, e che oggi ci dicono che non basterà mandare armi e che quindi prima o poi sarà necessario inviare anche uomini, paventando l’ipotesi di una terza guerra mondiale con una leggerezza che fa rabbrividire. Lo scopo di questi mistificatori, in un modo o nell’altro è sempre lo stesso: cercare di mettere sullo stesso piano le ragioni dell’aggressore e dell’aggredito e far venire meno il sostegno dell’opinione pubblica al diritto dell’Ucraina di difendersi. In un contesto così saturo di fake news e pseudo intellettuali, la lettura di Parsi è estremamente illuminante e chiarificatrice.

L’altra grande riflessione che viene fatta all’interno del libro è legata al ruolo che il concetto di guerra deve avere oggi nella nostra società. Affinché l’Europa torni ad essere il posto della pace, piuttosto che trattare la guerra come un tabù, dovremmo darle una nuova dimensione e ritenerla strumento ultimo al quale affidare la difesa delle nostre istituzioni e quindi delle nostre libertà. La dimensione pacifica della libertà dei popoli è legata alla natura libera delle loro istituzioni.

Parsi in questa lettura rende perfettamente l’idea di quello che è il senso della difesa dell’Ucraina invasa. È solo nella tutela della democrazia che esiste la prospettiva della pace. I cittadini ucraini questo l’hanno capito benissimo, come dimostra la loro valorosa resistenza. Piaccia o meno, loro stanno combattendo anche per noi, per le nostre istituzioni e per la nostra libertà, anche di chi questo fatto non l’ha capito o non vuole capirlo. In altri termini, citando l’emblematica fascetta posta sul libro: “Il punto non è fermare la guerra, il punto è salvare la democrazia”.

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