Il《Sistema》anticostituzionale e illiberale che regge la gestione della giustizia in Italia

Lunedi scorso, 10 marzo 2021, abbiamo presentato il libro intervista “Il Sistema. Potere, politica, affari: storia segreta della magistratura italiana” insieme ad Alessandro Sallusti (Giornalista e e co-autore), Luca Palamara (Ex Membro togato del Consiglio Superiore della Magistratura e co-autore) e Giandomenico Caiazza (Presidente dell’Unione Camere Penali Italiane). Il libro, finito in cima alle classifiche di vendita nel periodo immediatamente successivo alla sua pubblicazione, si struttura come un colloquio serrato attraverso cui il direttore de “Il Giornale” Sallusti interroga l’ex Magistrato Palamara, permettendogli di rivelare una serie di retroscena sul mondo della magistratura, fino ad arrivare agli eventi che hanno poi portato all’espulsione di quest’ultimo dall’Ordine dei Magistrati per violazione di segreto e corruzione in atti giudiziari.

Fin dalle primissime pagine ci si accorge di come il vero protagonista non sia Luca Palamara, bensì “il Sistema”, un’entità astratta a cui diventa difficile dare una definizione esatta, ma che può essere individuato come una serie di regole e consuetudini mediante le quali, scavalcando il concetto costituzionale di indipendenza della magistratura rispetto alla politica, viene permesso a chi ne tira le fila di influenzare in maniera decisiva molte nomine importanti nel mondo della magistratura, oltre che molte fasi dell’ordinamento democratico, in un perverso meccanismo di “giochi di potere”,. Secondo Palamara, al centro del sistema si trovano le correnti, i centri di potere della magistratura italiana che rappresentano le stesse ideologie che danno vita ai partiti politici. Per cui abbiamo la corrente di sinistra, quella di centro, rappresentata dallo stesso Palamara, e quella di destra; ciò che le accomuna è l’enorme influenza che esse esercitano sui principali istituti di autogoverno della magistratura: l’Associazione nazionale Magistrati e il Consiglio Superiore della Magistratura. Chi è fuori dalle correnti è semplicemente fuori dalle possibilità di avanzamento, di carriera e di giusto riconoscimento. Le parole di Palamara ci certificano che un bravo magistrato potrà certamente arrivare a ricoprire una buona posizione, ma per fare un certo tipo di carriera essere all’interno di una corrente è vitale. Così funziona “il Sistema”, conclude senza apparente speranza la diagnosi dell’ex magistrato che tanta parte e tanta influenza ha avuto nella recente stagione politica della nostra Repubblica. Scorrendo le pagine del libro si incontreranno nomi molto noti, a partire dal celeberrimo magistrato del caso “Mani pulite” Piercamillo Davigo, fino ad arrivare alle alte cariche della magistratura come il Vicepresidente del Csm Riccardo Fuzio, il Procuratore Capo di Milano Edmondo Bruti Liberati e il noto Giudice Nino Di Matteo.

Pur senza entrare nei meriti delle singole sentenze, l’intervista porta alla luce alcuni casi noti che hanno connotato la storia recente del rapporto tra politica e magistratura italiana; viene dedicata particolare attenzione al periodo berlusconiano, sottolineando come effettivamente l’organo titolare del potere giudiziario sia stato il vero oppositore al centrodestra del Cavaliere. Vengono affrontati anche i famosi casi delle navi Diciotti e Open Arms che hanno coinvolto l’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Inoltre si discute diffusamente anche dell’antipatia della corrente di sinistra, Magistratura Democratica, nei confronti dell’astro nascente del centrosinistra italiano Matteo Renzi.

Chi deciderà di affrontare la lettura di questo libro si renderà subito conto del fatto che l’intervistato non è mai in grado di tracciare una linea di demarcazione tra ciò che è fisiologico nel rapporto politica-magistratura all’interno di una democrazia e ciò che invece sfocia in una vera e propria violazione dello stato di diritto, cardine del pensiero liberale. Lo scopo dell’intervista non è infatti quello di fare un processo alla magistratura, bensì quello di raccontare in maniera inedita la storia degli ultimi vent’anni di un mondo sconosciuto a tutti. E ciò che ne risulta è semplicemente sconcertante e inquietante. Insomma il volume è da leggere come una dettagliata cronaca come sia stato, e come continui ad essere, malsano il rapporto magistratura-politica nel senso più ampio del termine. Da questa descrizione della patologia bisogna ripartire per poter finalmente riformare il tutto, tornando quindi alla fisiologia di un sistema, questa volta con la minuscola, civile, liberale e degno di uno Stato democratico.

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