Un liberale che non si piegò al fascismo

Un liberale che non si piegò al fascismo

Mercoledì 17 dicembre, in occasione delle serate dedicate alle personalità e agli statisti liberali, abbiamo presentato le “Memorie” di Marcello Soleri. Erano con noi Pier Franco Quaglieni, presidente del Centro Pannunzio di Torino, Olimpia Soleri, curatrice dell’Archivio Soleri e Gerardo Nicolosi, professore di Storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Siena. Marcello Soleri è stato, come molti liberali dei suoi tempi, un galantuomo, dalla dirittura morale proverbiale, dai valori profondi e veri, desunti dalla provincia più autentica,  sensibile naturaliter al complesso di qualità ed ideali liberali. Ed ha saputo esserlo in tempi difficilissimi, quando la stragrande maggioranza della nazione si prostrava alla dittatura fascista, mentre lui, proprio contro questa dittatura, contro tutta la sua nomenclatura e in opposizione aperta al suo capo, ha saputo dimostrare sempre il suo aperto dissenso, le sue critiche profonde ed articolate, la sua forza indomita, senza un attimo di esitazione e a dispetto di tutte le possibili cautele. Marcello Soleri, insomma, è stato un esempio di come alcuni esponenti della classe dirigente liberale prima del fascismo e dopo il fascismo avessero realmente grandi capacità, notevoli intuizioni e immenso coraggio, spazzando via quell’immagine troppo spesso propalata di una totalità di uomini imbelli a capo di un Paese incapace di opporsi ad una banda di briganti. Le vicende, e la storia, sono sempre più complesse ed articolate rispetto alle semplificazioni o alle caricature e questo libro di “Memorie” di Marcello Soleri ce lo dimostra. Esso è un documento fondamentale per capire dall’interno le vicende politiche, economiche e sociali dell’Italia del primo cinquantennio del XX secolo. Ci parla della dimensione locale, dell’amministrazione, come sindaco, della sua Cuneo e, indirettamente, ci ricorda come l’Italia sia, fortunatamente, una nazione di campanili e di realtà particolari, ricchissime della loro specificità. Ma ci parla anche dell’Italia giolittiana, della Grande Guerra, che Soleri visse da volontario e nella quale fu ferito e decorato. I capitoli sicuramente più interessanti sono quelli che attorniano l’avvento del regime e la sua presa del potere, fitti di una cronaca piena di eventi e densi di sfumature, ma soprattutto capaci di fornire una serie di dettagli e di rivelazioni non tutti di pubblico dominio. Sono ugualmente molto interessanti, comunque, i capitoli che, partendo dalla caduta del Fascismo, hanno come oggetto le trattative, i progetti, gli atti che prelusero la fine della Seconda Guerra Mondiale, la fine della Monarchia Sabauda e la nascita della Repubblica. Questo libro può, anche, essere letto in modo trasversale, alla ricerca di elementi che, nel corso di questi anni tanto tribolati quanto decisivi, ebbero un ruolo strategicamente fondamentale. Per esempio, il Re, Vittorio Emanuele III, o il figlio Umberto, principe di Piemonte, come pure la loro corte, i loro ministri ed il peso che le loro figure ebbero, o mancarono di avere, sullo sviluppo degli avvenimenti. E ancora, la variegata composizione dei parlamentari, le loro reazioni e le loro responsabilità durante il corso della dittatura fascista e nell’arco del Ventennio. A titolo di esempio, Soleri fu tra i più risoluti oppositori del Fascismo e di Mussolini, ma fu anche molto critico di fronte alla decisione del folto gruppo di parlamentari che decisero di abbandonare l’aula del Parlamento riproponendo una secessione aventiniana che non solo non ebbe successo, ma, paradossalmente, fu tra gli atti che consolidarono il regime. Il racconto delle “Memorie” si arresta nell’autunno del 1943, ma alcuni altri contributi in Appendice raggiungono il maggio 1944. Completa l’opera, una postfazione di Elvio Soleri, fratello di Marcello. Leggere questo resoconto, che unisce l’importanza di una testimonianza storica fondamentale alla ricchezza di una galleria di personaggi, eventi e relazioni che sono stati il principale palcoscenico della storia nazionale nel primo cinquantennio del Novecento, conduce il lettore ad un indubbio arricchimento culturale, ma soprattutto alla consapevolezza che anche nei momenti più bui delle vicende del nostro Paese ci sono stati uomini, e donne, con una dirittura morale altissima e con valori profondi di immenso spessore. Valori e ideali che, non a caso, hanno potuto dare corso ad una pratica esistenziale improntata al rispetto ed alla difesa delle libertà, che non si è mai piegata ai soprusi e alle violenze, anche quando hanno toccato il proprio figlio, malmenato e ferito da mascalzoni incapaci di accettare il confronto verbale e lo scambio pacifico delle idee. Marcello Soleri non ha avuto paura nel commemorare in Parlamento la figura di Amendola, ucciso in conseguenza delle bastonate dei fascisti, e non ha avuto timore nel denunciare a voce alta il clima di illegalità e di intimidazione in cui era piombata l’Italia. La sua lezione di coraggio civile e di forza deve essere sempre tenuta presente, per ricordare a tutti l’importanza della luce della libertà. read more