Flat Tax e sistema fiscale italiano: analisi e proposte di riforma

Lo scorso 30 ottobre abbiamo presentato il libro, pubblicato dall’Istituto Bruno Leoni e curato da Nicola Rossi, dal titolo “Venticinque % per tutti: un sistema fiscale più semplice, più efficiente, più equo” insieme a Oscar Giannino e a Carlo Scognamiglio. Abbiamo discusso di tasse, di aliquote, di imposizione e pressione fiscale, insomma dell’oppressione che ogni italiano vive quotidianamente sulla propria pelle.

Il volume può essere sinteticamente suddiviso in quattro parti: la rassegna minuziosa, dati alla mano, del sistema tributario e delle entrate e uscite delle Pubbliche Amministrazioni relative all’anno 2015; il ventaglio delle proposte di riforma fiscale presentate dalle varie forze politiche presenti in Parlamento; la descrizione dettagliata della proposta “Venticinque % per tutti” – un modello di aliquota unica con esenzione per i meno abbienti – elaborata dai ricercatori dell’Istituto Bruno Leoni; infine un’appendice con due brani di Milton Friedman, Premio Nobel dell’Economia e padre intellettuale della flat tax, che si possono considerare legittimamente come la fonte di ispirazione del progetto in questione.

Lasciamo al lettore l’analisi delle belle pagine di Friedman per concentrarci sulla definizione, a grandi linee, della proposta “Venticinque % per tutti” partendo dalle valutazioni sulla situazione attuale. Ebbene, la panoramica sulla struttura delle entrate e delle uscite della Pubblica Amministrazione evidenzia un insieme di dati che si possono condensare in una definizione: siamo in presenza di un sistema malato, caratterizzato da squilibri sostanziali e palesi e inutili complicazioni che, ovviamente, si traducono in disagi e inefficienze che toccano ogni aspetto della fiscalità attuale, con le tipiche iniquità di un apparato burocratico-fiscale farraginoso, invasivo e ingiusto.

Leggere le cifre, compulsare le tabelle, osservare le voci e registrare con rabbia l’ammasso di tasse, balzelli, imposte, addizionali, bolli e riscossioni palese od occulte dalle quali siamo gravati è estremamente istruttivo e sarebbe già di per se un buon motivo per affrontare la lettura di questo libro.

L’interesse, tuttavia, non si esaurisce qui, in quanto acclarate l’inefficienza, l’iniquità e l’irresponsabilità dell’attuale sistema fiscale italiano, si procede quindi verso una sintetica presentazione delle proposte di riforma fin qui presentate: da quella del 2015 della Lega Nord a quella annunciata da Forza Italia nel 2016, per passare alle versioni sul reddito di cittadinanza del Movimento 5 stelle, del Partito Democratico e di Sinistra Ecologia e Libertà. Ad esse si deve affiancare il disegno di legge sul contrasto alla povertà presentato dal Ministro del Lavoro nel febbraio 2016.

Viene quindi finalmente presentata la proposta di riforma fiscale che è il cuore del volume e che è, innanzitutto, pensata per essere un intervento strutturale, da affiancare ad adeguati interventi di contenimento della spesa pubblica e non come una risposta una tantum, frutto di considerazioni ideologiche o populistiche. Essa, infatti, si articola in due parti: quella fiscale vera e propria, che stabilisce un’aliquota unica (25 %) per tutti i tipi di imposta, contestualmente all’eliminazione di alcune importanti imposte, e quella, inscindibilmente legata, che potremmo definire distributiva, volta ad erogare un minimo vitale assicurato a persone o nuclei famigliari che versino in condizioni di effettiva indigenza.

In buona sostanza, il progetto prevede l’abolizione di tasse come l’IRAP e l’IMU e la sostituzione della TASI con una Tassa sui Servizi Urbani di esclusiva competenza comunale e collegata alla fruizione dei servizi stessi. Vengono poi accorpate all’unica aliquota del 25% l’IRPEF, l’IRES, l’IVA, oltre che l’imposta sostitutiva sui redditi di attività finanziarie e le cedolari del settore immobiliare.

Come anticipato, la riforma porta con se anche una sezione che si occupa delle problematiche di povertà e indigenza, mediante l’introduzione di un minimo vitale corrisposto attraverso un trasferimento monetario, differenziato geograficamente, non incondizionato e che si sostituisca all’attuale gruppo di prestazioni assistenziali.

Viene poi prevista la ridefinizione di alcuni servizi pubblici nelle loro attuali modalità di finanziamento, pur tenendone ferma la gratuità per coloro che non possono vantare condizioni reddituali adeguate.

Questa proposta, dopo il vaglio delle cifre ed unita a un controllo della spesa pubblica, rappresenterebbe un’alternativa virtuosa, credibile e sostenibile che contempera le esigenze di bilancio dei conti pubblici con le attese della popolazione di contribuenti. Attendersi un sistema fiscale più semplice, efficiente ed equo è o dovrebbe essere l’obiettivo di ogni riforma strutturale. Quella contenuta in questo libro ottiene questo fondamentale risultato, essendo peraltro sostenibile per i conti pubblici perché ne indica dettagliatamente le fonti di finanziamento e i costi. Vedremo ora che tipo di accoglienza avrà questa proposta da parte delle varie forze politiche che si candidano a guidare il nostro paese nel prossimo anno, sperando di poter compiere tutti un passo in avanti nella direzione della riduzione dell’attuale oppressione fiscale.

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