Biotecnologia, genetica e agricoltura

Lo scorso lunedì 17 dicembre abbiamo presentato il libro di Stefano Bertacchi “Geneticamente modificati” insieme all’autore (Biotecnologo industriale), Donatello Sandroni (Giornalista e divulgatore scientifico) e Giorgio Fidenato (Imprenditore agricolo).

Il libro affronta le tematiche inerenti le biotecnologie con uno stile volutamente lontano dai tecnicismi lessicali tipici della letteratura del settore. L’autore ha un chiaro intento divulgativo, per rendere piano e comprensibile un mondo che sicuramente facile non è e sul quale, molto spesso, gravano pregiudizi talora infondati. La ricerca in campo biotecnologico si applica a moltissimi ambiti, da quello medico, a quello agrario-zootecnico, da quello industriale a quello ambientale.

Il connubio tra biologia e ingegneria non esclude di utilizzare o di servirsi di organismi viventi, ponendo quindi quesiti che indubbiamente coinvolgono l’etica e le scelte filosofico-religiose di ciascuno. I progressi e le conquiste realizzate per la salute, l’alimentazione, i prodotti e l’ambiente sono volti a migliorare la qualità della vita degli abitanti sia delle zone più avanzate del pianeta che delle regioni più arretrate e meno competitive. Ad esempio, nella selezione di sementi maggiormente capaci di resistere alle malattie e che producano sempre di più per fronteggiare la maggiore richiesta di cibo per una popolazione mondiale in aumento ormai esponenziale. Oppure, nell’individuazione di tecniche di costruzione di maggior resa e di minor impatto ambientale, come pure nella ricerca di tutto ciò che può condurre a una tutela attiva degli ecosistemi.

Ciononostante, vi sono detrattori delle bioteconologie o delle loro applicazioni che sono preoccupati sia per questioni etiche che per gli effetti di lungo termine su persone e ambiente.

Il libro affronta quelli che possono essere considerati i fondamenti delle biotecnologie, dai processi chimici, alle cellule, al DNA, fino alle proteine e alle calorie. Lo sforzo dell’autore è volto ad agevolare la comprensione di queste basi e dei processi a loro collegati, talvolta anche attraverso una serie di metafore che riescano a suggerire con maggiore facilità il senso dell’intero discorso. Le meccaniche dietro alla scienza biotecnologica si ispirano a al grande modello rappresentato dalla natura che da millenni, da prima della nascita della vita, opera attraverso mutazioni, casualità, trasferimenti genici, spostamenti di batteri e frammenti di organismi, scambi, ricombinazioni, adattamenti, duplicazioni.

Il libro ci permette di fare un viaggio nell’universo caleidoscopico e spesso misconosciuto (o non conosciuto appieno, e pertanto mal-giudicato a priori) dell’ingegneria genetica. Siamo condotti anche nelle inevitabilmente necessarie questioni metodologiche, come pure in un viaggio che, ad esempio, prevede lo sgombero da molte fumosità che artatamente accompagnano gli OGM (organismi geneticamente modificati). Si impareranno molte cose e soprattutto si apprenderà che la precondizione fondamentale per esprimere qualsiasi giudizio è la puntuale conoscenza. Cioè, proprio il porsi in un atteggiamento di ascolto, di attenzione aperto e libero, ma non per questo esente da un necessario spirito critico.

È evidente come le riflessioni intorno alla tutela di una ricerca scientifica libera pongano molti spunti a tutti coloro che hanno a cuore la libertà e lo svilupparsi continuo di tutti i frutti dell’ingegno umano. Ed è altrettanto ovvio che ogni innovazione debba essere ben ponderata dalla necessaria informazione sulle modalità con cui la ricerca si attua e sulle possibili (e intraviste) conseguenze di tali sviluppi.

La storia, dai primordi della rivoluzione scientifica ad oggi, è un viaggio entusiasmante che si è spesso intersecato con le conquiste di alcune libertà fondamentali: di pensiero, di espressione, di parola. Ed ovviamente, chi ha cuore la libertà, non può che sostenere una ricerca libera. Ma questo non implica, certamente, che molti dei problemi che la ricerca pone debbano essere ignorati, come pure non presuppone che una riflessione autenticamente libera e autonoma non sottoponga quesiti, domande, riflessioni, non risparmiando – se è il caso – critiche alle compromissioni o alle contraddizioni. I problemi che la ricerca pone sono moltissimi, è quello che possiamo auspicare è che esistano sempre uomini e donne liberi che si pongono dinnanzi ad essa con un atteggiamento aperto, critico, non pregiudiziale.

La nostra società, sempre più complessa e stratificata, sempre più globalizzata e mondializzata, ha bisogno di individui quanto più possibile liberamente pensanti, per evitare massificazione e l’appiattimento culturale, veri nemici del nostro progresso. Anche per questo il volume merita di essere letto da tutti.

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