Donald Trump riconquista la Casa Bianca

Lunedì 10 Febbraio 2025 abbiamo presentato il libro “Trump. La rivincita. E ora dove va l’America?”, di Glauco Maggi, giornalista, edito da Mind Edizioni nel 2024.

Erano con noi l’Autore, Lorenzo Castellani (Professore di Storia delle istituzioni politiche alla Luiss Guido Carli di Roma), Federico Punzi (Direttore editoriale di Atlantico) e Marta Dassù (Direttore editoriale di Aspenia).

Il libro è un saggio che porta alla conoscenza del lettore il quadro e il percorso politico che hanno aperto la strada alla vittoria di Donald Trump nelle elezioni del 5 Novembre 2024, portandolo a ricoprire la carica di quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti d’America.

Il testo è molto esaustivo e preciso, all’interno dei vari capitoli vengono analizzati e sviscerati tutti i principali fattori che hanno movimentato e indirizzato l’elettorato e l’opinione pubblica statunitense durante gli anni successivi alla prima presidenza Trump, con l’esperienza pluridecennale dell’autore all’interno del dibattito americano che ci assicura un resoconto oggettivo e bilanciato.

Potremmo dividere l’analisi sostanzialmente in due macrotemi: i meriti di Trump e i demeriti dei suoi avversari politici.

Partendo dal ricordare come Trump arrivi a candidarsi alle elezioni del 2024 portando su di se una sconfitta subita alle precedenti elezioni da imputarsi principalmente alle politiche attuate per la gestione della crisi del covid-19 (secondo lui e parte del suo elettorato illegittima e frutto di brogli elettorali, che non hanno trovato però riscontro in indagini ufficiali), arriviamo a capire il grande ruolo giocato dai fallimenti dei suoi rivali, primo fra tutti il presidente Joe Biden e la sua amministrazione, seguita dalla campagna elettorale dei democratici, fino a comprendere come Trump sia riuscito a conquistare la maggioranza degli americani, compresa una grande fetta di quelli che non gli avevano dato fiducia durante le elezioni del 2020.

Con dovizia di dati possiamo notare l’influenza e l’importanza che ha avuto il grande aumento dell’inflazione, conseguenza diretta e indiretta della cosiddetta “Bidenomics”, insieme alla stessa figura del presidente in carica percepita come debole e ritenuta oramai incapace di reggere il peso di un ruolo cosi rilevante e significativo; per poi spostarci sulla campagna elettorale, con la figura di Kamala Harris, un candidato calato dall’alto che non solo ha rotto una tradizione storica e importante come quella della scalata all’interno del proprio partito e della conquista del proprio elettorato con la vittoria delle elezioni primarie, ma soprattutto una personalità che non ha saputo porsi nei confronti dell’opinione pubblica come un degno avversario di Trump che riuscisse allo stesso tempo però a discostarsi dai fallimenti della propria precedente amministrazione.

Con la stessa precisione analitica affrontiamo la campagna elettorale e le proposte proprio di Donald Trump e del suo partito repubblicano, che non solo è riuscito a porsi come un candidato forte e deciso, ma che ha saputo anche giocare bene la carta della sua precedente amministrazione, ricordando ai cittadini americani come l’inflazione fosse molto più ridotta e stabile e come l’economia e i salari, quelli della classe media in primis, seguivano una strada di crescita reale interrotta poi dalla vittoria di Joe Biden.

Il suo porsi, come sempre del resto, in modo polarizzante ha giocato a suo favore, la figura dell’uomo forte che con decisione risolve i problemi interni e riesce farsi rispettare nella situazione di caos globale in corso è riuscita ad avere il sopravvento.

Ma la campagna elettorale non si è basata solo su una retorica di revanscismo, perchè oltre a ergersi, come già fatto nel primo mandato, a paladino contro l’immgrazione illegale Trump è riuscito a fare breccia all’interno di gruppi elettorali che i democratici consideravano loro di diritto: ha riscosso sempre più consensi all’interno delle comunità lgbt, delle comunità ispaniche e inoltre è stato chiaro sulla ripresa delle attività di fracking e sull’aumentare la produzione energetica, andando a conquistare i voti di una fetta della classe media che aveva subito negativamente le decisioni delle amministrazioni democratiche.

Viene cosi delineato un quadro chiaro e dettagliato che ci permette di comprendere come e perchè Donald Trump sia riuscito a riconquistare la fiducia del popolo americano, persa durante lo scorso turno elettorale, riuscendo anche nell’ardua impresa di mantenere la leadership all’interno del proprio partito e superando ampiamente le aspettative, portando dalla sua parte diversi swing state e vincendo il voto popolare.

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