Lunedì 9 dicembre 2024 abbiamo presentato il libro “1924-2024. Centenario delitto Matteotti”, di Pier Franco Quaglieni, storico contemporaneista, edito da “Edizioni Pedrini” nel 2024.
Erano con noi l’Autore, direttore del centro Pannunzio, Gerardo Nicolosi, Professore di Storia contemporanea all’Università degli studi di Siena, Rossella Pace, Professore di Storia contemporanea all’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli e Carla Sodini, già Professoressa di Storia Moderna all’Università degli Studi di Firenze.
Il libro è un saggio storico che funge anche da importante documento perché, oltre al brano introduttivo dell’autore che analizza il delitto e la figura di Matteotti da un punto di vista odierno, possiamo trovare al suo interno il celebre discorso tenuto nel 1924 alla Camera dei Deputati, troviamo pubblicato un saggio celebrativo scritto da Piero Gobetti, che fu dato alle stampe poco tempo dopo il delitto e in conclusione abbiamo una fototeca del delitto commissionata da Velia Titta, moglie di Matteotti.
Il testo introduttivo dell’autore è essenziale per riuscire a capire e contestualizzare lo stato del dibattito culturale e politico all’interno del quale si collocano le vicende che hanno portato al delitto, occorre riflettere sullo stato dell’opposizione, o meglio delle opposizioni e di come fossero al loro stesso interno frammentate, anche profondamente e di come non ci fosse un’opinione unanime riguardo alla figura di Matteotti.
Lo potremo notare bene durante la pronuncia del fatidico discorso, in cui vengono riportate anche le reazioni all’interno della Camera, con parti discordanti, anche fortemente, provenienti non solo dalle forze di destra.
Il libro prosegue riportando il resoconto stenografico del “Discorso alla Camera dei Deputati di denuncia dei brogli elettorali”, tenuto il 30 maggio 1934 che rese definitivamente chiaro ai fascisti quanto la determinazione e il coraggio di Matteotti fossero pericolosi, portando alla sua morte. In questo discorso si possono notare sia la durezza sia la compostezza di Matteotti, oltre al grande coraggio dimostrato (consapevole dei rischi a cui andava incontro). Siamo in grado di scorgere la lungimiranza di chi seppe vedere il pericolo che il fascismo già rappresentava per la libertà degli italiani, al tempo solo un embrione se paragonato alla violenza e alla spietatezza che culminarono poi nel regime.
In seguito troviamo riportato un saggio di Piero Gobetti, antifascista che pagò sulla propria pelle, proprio come Matteotti, il prezzo delle proprie idee. Costretto all’esilio in Francia, dove morì a nemmeno 25 anni di età a seguito di forti violenze subite dallo squadrismo fascista.
Editore dell’omonima casa editrice, possiamo ricordare tra le sue pubblicazioni la prima edizione degli “Ossi di seppia” del poeta italiano Eugenio Montale, di cui fu tra i primi a riconoscere il grande talento.
Lo scritto è una raccolta di articoli pubblicati pochissimo tempo dopo il delitto sulla stessa rivista di Gobetti, “La Rivoluzione Liberale”, in cui viene delineata la figura di Matteotti dal punto di vista non solo intellettuale ma anche biografico, con toni chiaramente molto celebrativi e ammirativi ma che ci permettono in ogni caso di capire meglio il percorso politico e intellettuale che portò Matteotti a pronunciare il suo famoso discorso.
La figura che emerge dai racconti è quella di un uomo intellettualmente pragmatico, poco interessato a problemi strettamente filosofici, che si seppe dimostrare all’altezza delle sfide del suo tempo e delle proprie idee senza scendere a compromessi, pagandone il prezzo di sulla propria pelle.
Il libro si conclude con una fototeca commissionata dalla stessa moglie di Matteotti, Velia Titta, che risulta di forte impatto per il lettore e consente di immergersi appieno e di percepire l’impatto e la forte tensione che scatenò il delitto, ma anche la forte dignità di quella parte di italiani che scelsero, consapevoli dei rischi, di celebrare in grande numero il funerale al Comune di Fratta Polesine.
