Lunedì 6 luglio, nel nostro novantunesimo evento, abbiamo presentato il libro di Raimondo Cubeddu “Individualismo e religione nella Scuola Austriaca” insieme all’autore (Professore di Filosofia Politica all’Università di Pisa), Markus Krienke (Professore di Filosofia Moderna e di Etica Sociale all’Università di Lugano) e Flavio Felice (Professore di Storia delle Dottrine Politiche all’Università del Molise). La serata è stata indubbiamente stimolante e ha rappresentato un’adeguata introduzione alle molte tematiche svolte in questo volume che è un’opera ricca, profonda, densa, specialistica e incentrata su aspetti non esattamente agevoli, ma comunque capace di comunicare spunti e idee acute e di spessore.
Il volume, infatti, espone e discute alcuni nuclei tematici della tradizione di ricerca della cosiddetta “Scuola Austriaca”, mostrandone tutta la fecondità e la ricchezza nell’esposizione di uno dei suoi massimi esperti italiani. Rispetto a non molti anni fa, la Scuola Austriaca – almeno nelle figure dei suoi esponenti principali, ossia Carl Menger, Eugen von Böhm-Bawerk, Ludwig von Mises e Friedrich August von Hayek – ha ora una maggior cittadinanza nella conoscenza e nella considerazione generali, ma essa non ha ancora, sia nel nostro Paese che nel resto del mondo, il credito concettuale, teorico e pratico che ha saputo meritarsi con le sue analisi. In questo senso gli eventi che possono in un qualche modo riferirsi alla Scuola Austriaca dimostrano che è attraverso la sua multiforme densità che passa il rilancio delle idee autenticamente liberali e, per correlazione, della nostra stessa civiltà. Riflettere sulla Scuola Austriaca e sulle risposte che, richiamandosi alla sua metodologia di ricerca in campo economico e delle scienze sociali in genere, ha saputo fornire lungo oltre cento cinquant’anni di percorso intellettuale è altamente istruttivo in quanto ci pone dinnanzi a una inesausta ricerca rispettosa dell’alterità, ma soprattutto degli spazi di libertà personale di ogni individuo. Nell’opera del professor Cubeddu siamo condotti, mediante un’esplorazione tanto erudita quanto profonda, proprio alla disamina del concetto di individuo in questa tradizione di ricerca, una disamina che parte inevitabilmente dal fondatore della Scuola Austriaca, Carl Menger, per giungere infine alle importanti considerazioni sviluppate da Hayek.
Nella seconda parte dell’opera, vengono presentate le modalità e le condizioni con le quali i più rilevanti “Austriaci” si confrontarono con la religione, per giungere, sostanzialmente, alla sua definizione come semplice “fenomeno sociale” al pari di molti altri, senza conferire ad essa alcun tipo di dignità superiore rispetto a quella di una dimensione terrena. Sia nell’opera che durante la serata è emerso vividamente che la Scuola Austriaca, pur non mostrandosi antireligiosa o polemicamente anticlericale, ha impostato un orizzonte immanente bastante a se stesso, senza necessità di ancorarsi o ricorrere a dimensioni religiose. E questo proprio a basandosi sull’individualismo metodologico e sulla prospettiva marginalista.
In un libro così apparentemente sganciato dalla quotidianità e dalla prassi vengono però affrontate molte problematiche di estrema attualità e alle quali questo volume può dare una prospettiva: il rapporto religione-democrazia e religione-ideologia politica, l’attuale scenario che sembra evidenziare il progressivo diminuire dell’influenza religiosa sulla vita sociale e civile, connesso a un restringimento delle motivazioni individuali a orizzonti puramente umani e immanenti. Insomma, un libro come questo, così orientato alla risoluzione di problemi per così dire interni, sa dare anche al lettore non specialista una serie di coordinate entro cui muovere una riflessione non banale e di notevole interesse sulla quotidianità.