L’austerità, una chiave economica da capire

Lunedì 23 settembre è iniziata la settima stagione di Lodi Liberale con la presentazione del libro “Austerità. Quando funziona e quando no” insieme a uno dei coautori, ovvero Francesco Giavazzi (Professore di Economia Politica all’Università Bocconi di Milano), e Oscar Giannino.

Sia consentita una premessa: il libro, pur trattando argomenti estremamente tecnici attraverso un’erudizione palese anche ai non specialisti, è chiaro, leggibile ed esente da farraginose elucubrazioni, il che è davvero un pregio da sottolineare. Il volume si pone esplicitamente come un testo da tenere presente per coloro che hanno a cuore le sorti del nostro sistema Paese, potendosi definire come un’inequivocabile rotta per tentare di diradare le fosche nubi che continuano a gravare sulla pericolosa condizione dei conti pubblici italiani. Al termine della lettura di questa analisi rigorosa, che è anche una ricerca di ampio respiro, si può contare su tutta una serie di strumenti informativi, concettuali e descrittivi che permettono di valutare criticamente le politiche economiche più in voga ad oggi.

Detto questo, il libro parte dal presupposto, di cui tutti dovrebbero essere consapevoli, che il folle debito pubblico italiano deve essere drasticamente abbassato mettendo in pratica politiche di austerità che può essere praticata sostanzialmente percorrendo due strade: aumentando la pressione fiscale o riducendo la spesa pubblica.

Quanto viene proposto nel saggio è una linea di austerità ben definita, cioè una riduzione del deficit mediante un taglio articolato della spesa pubblica. Esiste anche un altro tipo di austerità, almeno a livello teorico, e cioè quella basata sugli aumenti delle tasse, che però presenta tutta una serie di effetti collaterali negativi, quali evidenti recessioni e contrazioni del PIL. Invece, l’austerità basata sui tagli alla spesa pubblica è notevolmente meno invasiva sui prodotti e molto più efficace sul deficit. Se la spesa pubblica cala e, contestualmente, abbiamo una crescita dei consumi, degli investimenti e delle esportazioni nette, potremmo dire di avere un’austerità espansiva.

Il libro si arricchisce di sezioni teoriche sulla politica fiscale, di parti che si addentrano nelle politiche di austerità prima della crisi finanziaria e dopo, di un capitolo espressamente dedicato ad un più esteso concetto metodologico. Sono presentate, poi, con evidenza le conclusioni e raffrontati nessi, effetti e componenti.

Estremamente stimolante il gruppo di considerazioni che si occupano del rapporto tra le necessità di una politica economica virtuosa (contenimento del deficit, abbattimento della spesa pubblica, riduzione degli sprechi) e la politica, nei suoi aspetti rappresentativi ed elettorali. In tal senso, è significativo come una ricca sezione si occupi di mostrare come la spesso paventata, soprattutto dalla classe politica, equazione “austerità = sconfitta elettorale” sia in realtà per lo più infondata dal punto di vista logico e, soprattutto, concreto. Gli esempi storici non mancano, ma quello che deve essere evidente è che si possono compiere scelte coraggiose di politica economica venendo poi premiati alle elezioni successive, a patto di essere credibili, trasparenti ed espliciti.

Il libro, nelle intenzioni dei suoi autori, ha voluto porsi al di là di ogni impostazione ideologica per abbracciare, piuttosto, la via scientifica, dove la raccolta scrupolosa dei dati è l’ancoraggio su cui basare le conclusioni. Non vi si troveranno giudizi di merito politico, adesione a un fronte ideologico, logiche di schieramento o spirito di fazione. Si tratta di uno studio rigoroso, serio e di grande completezza. 

È stato un orgoglio, per la nostra Associazione, aver inaugurato il ciclo di incontri della stagione 2019-2020 con questo saggio. Essendo parte viva ed integrante della grande tradizione liberale la censura verso ogni esorbitante intromissione statale nelle libertà individuali, non possiamo che felicitarci dell’esistenza di un volume come questo che, mostrandone l’efficacia scientificamente fondata, di fatto auspica un abbattimento della spesa pubblica e, contestualmente, un conseguente innalzamento del grado di libertà individuale dei singoli o della società civile.

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