L’emergere di nuove forme di stupidità e i loro antidoti

Nella nostra duecento settantacinquesima serata, Lodi Liberale ha presentato il libro di Armando Massarenti “Come siamo diventati stupidi”, insieme all’Autore, a Roberto Festa, professore di Logica e Filosofia della scienza presso l’Università di Trieste e ad Antonio Gurrado, Professore di Didattica della filosofia presso l’Università degli Studi di Pavia.

L’autore affronta una questione fondamentale per il pensiero liberale: la difesa della ragione e della libertà di pensiero in un’epoca di crescente irrazionalità e conformismo.

Il libro, pur partendo da una premessa provocatoria, si rivela un’appassionata difesa dei valori dell’Illuminismo, ripercorrendo le tappe di un percorso intellettuale che va da figure chiave del liberalismo come John Stuart Mill, Tocqueville, Bertrand Russell e Isaiah Berlin, fino a pensatori contemporanei come Steven Pinker, Jonathan Haidt e James Flynn.

In particolare quest’ultimo, ha teorizzato un fenomeno (l’effetto Flynn appunto) che documenta l’aumento del QI medio nel corso del XX secolo: il libro considera l’effetto come prova del fatto che non siamo “diventati” stupidi, ma che siamo piuttosto di fronte a una diversa manifestazione della stupidità. Massarenti esplora le possibili cause di questo paradosso, analizzando i bias cognitivi che ci portano a prendere decisioni irrazionali, come il “tribalismo”, per esempio, che ci spinge a schierarci in fazioni contrapposte o, ancora, come il “politicamente corretto”, capace di effetti devastanti sulla libertà di pensiero.

Il testo, quindi, si concentra sulla polarizzazione politica e nell’ascesa proprio del “politicamente corretto” le due minacce significative alla libertà di pensiero. Nel dettaglio, critica aspramente la “cancel-culture” e i suoi tentativi di silenziare le voci dissidenti, soprattutto all’interno delle università. L’episodio della censura subita proprio da James Flynn per il suo libro “Un libro troppo rischioso per essere pubblicato”, ne è un esempio lampante. Flynn, figura di spicco del liberalismo progressista, si ritrova paradossalmente accusato di “incitamento all’odio” per aver difeso la libertà di parola.

Massarenti evidenzia come l’eccesso di “politicamente corretto” porti a un impoverimento del dibattito pubblico e a una forma di autocensura che soffoca il pensiero critico. Sostiene, in linea con la tradizione liberale, che il libero confronto tra idee diverse, anche quelle scomode o impopolari, sia essenziale per il progresso della conoscenza e della società.

L’autore invita a “tornare intelligenti” non solo accumulando nozioni, ma sviluppando un pensiero critico e autonomo, capace di resistere ai pregiudizi e alle distorsioni cognitive.

A questo scopo, propone una serie di “chiavi” per affinare le nostre capacità di giudizio: la falsificabilità di Popper, l’universalizzabilità dei principi morali e la consapevolezza dei limiti della nostra razionalità, come evidenziato dagli studi di Kahneman e Tversky.

Massarenti non si limita a una critica del presente, ma propone anche una visione per il futuro. Auspica un “nuovo umanesimo scientifico” che unisca la ricchezza del sapere umanistico con il rigore del metodo scientifico. Questo nuovo umanesimo, fondato sulla ragione e sulla libertà di pensiero, sarebbe il miglior antidoto alla stupidità e all’irrazionalità che minacciano la nostra società.

In conclusione, il libro di Massarenti si rivela un contributo prezioso al dibattito contemporaneo. La sua difesa appassionata della libertà di pensiero, la sua critica al conformismo e all’irrazionalità e la sua proposta di un nuovo umanesimo scientifico offrono spunti di riflessione essenziali per chiunque si preoccupi del futuro della nostra società.

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