Un po’ di chiarezza su Javier Milei

Come intuibile dal titolo, il libro è un excursus sul pensiero del nuovo presidente argentino Javier Milei. L’autore, Leonardo Facco, è il fondatore del Movimento Libertario italiano e ha avuto l’occasione di interessarsi e di conoscere il presidente Milei ben prima che potesse essere presentato con questo titolo.

Quello sviluppato nel libro è un ritratto umano e intellettuale molto utile per capire quali sono le idee e le motivazioni che hanno reso necessaria la discesa in politica del protagonista.

Un paese devastato da decenni di quello che Milei definisce semplicemente “collettivismo” ma che potrebbe essere chiamato con altri nomi: peronismo, kirchnerismo, comunismo, keynesismo; uno stato sempre più presente nella vita dei cittadini, non solo dal punto di vista economico ma in tutto lo spettro all’interno del quale la politica ha il potere di agire, una banca centrale totalmente asservita al controllo dei governi che ha portato a una iperinflazione costante e una perdita di credibilità sul mercato dei capitali che ha causato diversi default.

Queste le premesse che hanno portato i cittadini argentini ad affidarsi a una visione politica definita troppo spesso (e contraddistinta, come si può ben intuire dal libro, da pregiudizio e ignoranza) come di “estrema destra” ma che alla luce dei fatti, benché con qualche punto controverso (soventemente ricordate le posizioni di Milei riguardo all’aborto), si rivela contraddistinta da una forte razionalità economica e da una centralità della libertà dei cittadini argentini per guidarli verso un nuovo percorso di crescita che riporti il paese alla prosperità che aveva vissuto agli inizi del ‘900.

Ed è proprio in questo lavoro di costruzione del background politico che viene in nostro soccorso il libro, con un lavoro di raccolta di interviste, articoli, lezioni e saggi possiamo osservare che le basi delle idee di Milei sono contraddistinte da una profonda cultura e conoscenza accademica con un particolare apprezzamento per la cosiddetta “scuola austriaca” e un contrasto con le idee “keynesiane” che hanno portato l’autore a definirlo un “professore prestato alla politica”.

Proposta intuibile ma che viene delineata durante tutto il libro per culminare nelle pagine finali con l’intero programma del partito “La Libertad Avanza” che ha convinto milioni di argentini: 

“Il liberalismo è il rispetto illimitato del progetto di vita degli altri basato sul principio di non aggressione e sulla difesa del diritto alla vita, alla libertà e alla proprietà. Le sue istituzioni fondamentali sono i mercati liberi da interventi statali, la libera concorrenza, la divisione del lavoro e la cooperazione sociale”, questo l’inizio del programma che ha come obiettivo principale quello di liberare massicciamente il campo di intervento dello stato per lasciarlo a disposizione dei cittadini.
Punti che occupano centralità nel programma e su cui Milei si è detto non disposto a compromessi sono: una riduzione massiccia della spesa pubblica, quella che è stata volgarmente definita “dollarizzazione” ma che ha come fondamento l’idea di denazionalizzazione della moneta di Hayek, oltre all’estinzione della banca centrale da rendere un museo per ricordare agli argentini una delle cause principali delle condizioni attuali del loro stato.

La storia ci ha consegnato il primo presidente libertario, ora starà a lui provare alla storia se ciò che ha predicato potrà essere realizzato, se il “Viva la libertad, carajo!” rimarrà solo un bel motto che avrà smosso qualche coscienza e agitato qualche animo o avrà anche consegnato una vita migliore a un paese che la chiede con disperazione. Un compito che sembra impossibile a detta di molti, come a detta di molti impossibile sembrava prima entrare in parlamento e poi diventare presidente, che anche il pensiero che sia impossibile cambiare l’Argentina verrà smentito? Del resto come dice Milei la differenza fra un pazzo e un genio è solo il successo.

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