Una proposta radicale contro la proprietà intellettuale

“Abolire la proprietà intellettuale” scritto da Michele Boldrin e David K. Levine è un libro che vuole tentare di analizzare in tutte le sue varie forme e applicazioni la proprietà intellettuale, volendo assumere una prospettiva radicale di una sua progressiva e completa abolizione, il libro è il sunto di un lavoro di ricerca accademica che ha impegnato gli autori per diversi anni.

Iniziamo parlando di uno dei temi principali, che verrà affrontato e sviscerato in modo approfondito nei vari capitoli: la proprietà intellettuale viene presentata come una forma di monopolio, infatti secondo gli autori le varie forme di proprietà intellettuale rappresenterebbero in realtà delle forme di monopolio intellettuale che rallentano e impediscono la libera circolazione delle idee di conseguenza ritardando e inibendo l’innovazione e la creatività.

Le argomentazioni fornite vengono supportate e documentate con vari esempi storici e moli di dati, partendo dalle forme di proprietà intellettuali di più comune utilizzo come libri, film, musica, ecc; ma arrivando per esempio fino al mercato dei software, che viene utilizzato per dimostrare come il monopolio intellettuale non sia una delle cause dell’innovazione, ma piuttosto una conseguenza indesiderata di essa.

In moltissimi casi viene fatto notare come il progresso e l’innovazione fossero presenti e procedevano a grande ritmo da molto prima che venissero introdotte forme di monopolio intellettuale, e di come l’introduzione di queste protezioni sia servita solo a rallentarle anziché accelerarle.

Questa analisi non viene riferita solo a singole invenzioni, ma ampliata all’analisi di interi settori industriali, visto che, secondo gli autori, prima un’industria emerge e matura, e solo successivamente arriva la pretesa di patenti intellettuali per tutelare la rendita.

In campo italiano gli autori portano il settore tessile come esempio: i membri della famiglia Benetton cominciarono a produrre maglioni in lana di colore naturale, ma pronti per essere tinti, introducendo un grande cambiamento all’interno del settore, dato che non era presente la protezione offerta dalle leggi sulla proprietà intellettuale sia il loro originale processo di produzione sia i loro metodi di marketing e distribuzione vennero imitati e migliorati dai loro concorrenti, permettendo non solo una rapida diffusione, ma anche successivi e molteplici miglioramenti dello stesso processo originariamente ideato dai Benetton.

Per tornare all’esempio dei software, viene fatto notare che se fin dagli albori di questa industria fossero state presenti al suo interno forti forme di protezione intellettuale, il mercato si sarebbe sviluppato in modo molto differente, più lentamente e non sarebbe mai arrivato al livello di sviluppo odierno.

Altro aspetto a cui viene riservata importanza è chiaramente quello economico, visto che vengono fatte considerazioni riguardo ai costi e ai benefici sia dal punto di vista individuale che sociale, rispondendo anche a molte delle obiezioni propugnate da chi è a favore del monopolio intellettuale.

Rilevanza viene anche data ad altri settori, come quello agricolo o quello dell’industria farmaceutica, affrontando anche in questi non solo la situazione attuale, ma presentando anche un’analisi storica dell’evoluzione delle forme di protezione intellettuale in questi settori.

Viene posto anche in analisi il concetto di proprietà privata, sostenendo che la proprietà intellettuale non sia positiva per lo sviluppo e la crescita, come ad esempio la proprietà privata riguardo alla terra a beni materiali come le automobili, ma che sia negativa perché riguarderebbe la possibilità di controllare, a titolo di esempio, la copia di un’idea personale, di cui è proprietaria un’altra persona, che, a sua volta, l’ha precedentemente acquistata da me, creatore originario di quell’idea.

Infine vengono elencate, con particolare riferimento soprattutto a quella che è la legislazione americana, delle proposte negative di ulteriore aumento della protezione intellettuale; mentre da parte degli autori vengono fornite delle proposte per una graduale e progressiva (altrimenti sarebbe troppo impattante e avrebbe effetti opposti a quelli auspicati) ma totale abolizione della proprietà intellettuale.

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